L’artista valdostanoRiccardo Santinsi avvicina all’espressione pittorica in maniera spontanea e curiosa, avvertendo l’esigenza di continuare la ricerca di sensazioni che lo accompagna nella sua carriera di sommelier e consulente gastronomico, dunque a contatto con percezioni più tattili e gustative, e quella di contemplazione attraverso la fotografia che da sempre lo appassiona inducendolo a cogliere il dettaglio, il particolare che lo conquista al punto di volerlo rendere protagonista. La pittura invece gli fa avvertire una libertà differente poiché nell’atto creativo diviene egli stesso primo attore di qualcosa che sul lavoro assaggia e negli scatti fotografici osserva, lasciandosi completamente andare all’istinto, alla pura emozione che sente fluire dalle profondità delle sue interiorità fino a materializzarsi sulla tela; è proprio questo il motivo della scelta dell’Espressionismo Astratto, uno stile che non impone, che non lega ad alcuno schema bensì gli permette di non sapere nulla fino al momento in cui sente di aver terminato la narrazione dell’attimo che desiderava comunicare, solo a quel punto si distanzia per osservare il prodotto della manifestazione spontanea del suo essere. La pittura quindi diviene il completamento di una personalità che ha bisogno di misurarsi con differenti modalità di confronto con il sentire, con quell’attenzione verso il mondo sensoriale a cui non riesce a rinunciare e che contraddistingue l’intera vita diRiccardo Santin. Non solo, nell’atto artistico ha bisogno di sperimentare anche materiali inusuali ma che gli servono per rendere più incisivo quel mondo emozionale, la specifica sensazione a cui ha bisogno di dare voce, così ai colori acrilici mescola gli smalti industriali che stende non solo con il pennello bensì anche con le spatole e piccoli attrezzi da lui stesso costruiti e che vanno a coadiuvare il gesto impulsivo dell’Action Painting, lo ampliano e ne arricchiscono le potenzialità; le tonalità scelte sono spesso terrose, usa molto gli ocra, i terra bruciata, gli arancio forse per sottolineare quanto tutto ciò che viene avvertito, l’emozionalità che fuoriesce appartengono all’essere umano, al suo essere legato alla materialità della vita che ne costituisce le radici le quali pertanto contraddistinguono il suo passaggio nel mondo e da cui non riesce mai completamente a distaccarsi poiché è proprio la terra a nutrirlo. La soggettività si libera nell’atto comunicativo, nel suo caso nell’atto creativo, e assume la forma e il cromatismo che appartiene al soggetto e secondariamente all’emozione protagonista della tela. DunqueRiccardo Santinparla di sé, del suo essere in contatto con la natura, che contraddistingue la regione in cui vive, la Valle d’Aosta, e di tutto ciò che appartiene a un mondo interiore inconsapevole che emerge attraverso la pittura.
Ugiaepe con estis sim aut doluptat veniendit aute porem et alicit que pratureGenimporro tem delest quibus dent, consequiam, cum doluptatis pa doluptius simusciuntur modi qui is vendi blaudam, cus erum re cum ullorro imus, serundignam estint es ma evenien duciunt ad quistempores iusciissus.
le mie emozioni
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la mia visione
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